lunedì 22 maggio 2017

Solidarietà ANPI ai resistenti palestinesi in sciopero della fame




Grugliasco, 23 maggio 2017

Quando i nazisti presero i comunisti,
io non dissi nulla
perché non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici
io non dissi nulla
perché non ero socialdemocratico.
Quando presero i sindacalisti,
io non dissi nulla
perché non ero sindacalista.
Poi presero gli ebrei,
e io non dissi nulla
perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa
”.*


Abbiamo appreso e stiamo seguendo con preoccupazione la notizia dello sciopero della fame di oltre 1700 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, ma soprattutto siamo indignati per l'assordante silenzio - salvo rare eccezioni, tra cui la Presidente della Camera - che questo fatto sta incontrando in Italia.
L'Associazione dei Palestinesi in Italia ha diffuso un comunicato chiaro e semplice su cosa sta avvenendo e noi sentiamo di esprimere solidarietà e vicinanza ai resistenti palestinesi.
Chiediamo agli storici dell'ANPI: esistono precedenti di questo tipo?
Chiediamo ai dirigenti dell'ANPI: l'Antifascismo è un valore universale? Perché non inviare la solidarietà a questi resistenti?
Perché non dare risalto anche sui canali dell'Associazione a questa legittima lotta per l'autodeterminazione di un popolo che lotta contro un oppressore e le sue politiche razziste?
Invitiamo tutti coloro che ricoprono ruoli di rappresentanza popolare e istituzionale a informarsi e dare visibilità a questa lotta per la libertà e la dignità del popolo palestinese: perché in ogni luogo ove
vi siano resistenti, lì ritroviamo la nostra memoria della Guerra di Liberazione nazionale contro il nazifascismo, l'esperienza dei partigiani.


Il Comitato di Sezione ANPI "68 Martiri"


Dal 17 aprile sono in sciopero della fame più di 1700 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Essi chiedono:
1) un miglioramento nelle condizioni di detenzione;
2) cure mediche;
3) visite dei famigliari;
4) fine della detenzione amministrativa;
5) l’accesso dei libri universitari.
Chiediamo il vostro impegno a difesa dei diritti umani e di fare pressione sul nostro governo italiano perché spinga quello israeliano a rispettare le convenzioni sui diritti dei prigionieri.
Ci sono più di 30 parlamentari palestinesi in detenzione amministrativa, decine di docenti universitari, centinaia di studenti universitari.
Chiediamo che i nostri parlamentari italiani si impegnino per la liberazione dei loro colleghi rinchiusi nelle carceri israeliane.
Li sollecitiamo a fare interpellanze, mozioni, in Parlamento affinché il governo italiano si impegni a chiedere a Israele il rispetto dei diritti umani, in ottemperanza alle convenzioni di Ginevra.
Chiediamo loro di inviare una delegazione parlamentare in visita nelle carceri israeliane per verificare lo stato di salute dei prigionieri politici palestinesi.
Roma,17 maggio 2017
A.P.I. - Associazione dei Palestinesi in Italia



*[l’autore è Martin Niemoller, ma Bertolt Brecht lo riadattò per una propria opera drammaturgia con la formulazione più diretta "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare".]

Nessun commento: