domenica 22 novembre 2015

Storie di uomini, donne e confini + Festa apertura tesseramento ANPI 2016

 
 
La Sezione ANPI "68 Martiri di Grugliasco apre il tesseramento ANPI 2016 con un'iniziativa di restituzione cittadina dei militanti che in agosto si sono recati a Ventimiglia portando solidarietà umana e materiale ai migranti, consegnando beni di prima necessità al Presidio No Borders, poi sgomberato dalle istituzioni con ruspe e manganelli a fine settembre.
"A distanza di 70 anni, ancora oggi la situazione ci chiede di non abbassare la guardia, dando continuità e coerenza al nostro impegno; ma perché tutto ciò possa tuttavia realizzarsi, occorre che la continuità dell’ANPI sia sempre più affidata a componenti delle generazioni più giovani. [...] I giovani sono sensibili alle mobilitazioni per la pace e per la tutela delle libertà democratiche, per le manifestazioni contro il razzismo e contro le organizzazioni nazifasciste: altro che mondo giovanile senza volto! [...] Le nuove generazioni devono lottare per difendere i valori fondamentali di una esistenza vissuta nel rispetto della dignità umana. [...] Dobbiamo smettere di pensare alla Resistenza solo come al movimento che conquistò in quegli anni libertà, pace e democrazia; dobbiamo pensarla come una necessità interiore, un bisogno primario di qualsiasi essere umano che voglia vivere nel rispetto di se stesso e degli altri." [Antonio Falbo, Partigiano e Presidente ANPI "68 Martiri" Grugliasco, stralci dalla relazione tenuta in occasione del XV Congresso di Sezione il 6/11/10]
Invitiamo alla partecipazione, per approfondire insieme i temi proposti e renderci tutti più consapevoli sulla natura e le potenzialità dell'impetuoso rinnovamento che l'ANPI sta vivendo in questi anni.
Antifascismo è anche Antirazzismo: la Resistenza continua!
Il Comitato di Sezione ANPI "68 Martiri" Grugliasco

Storie di uomini, donne e confini +
Festa di apertura tesseramento ANPI 2016


Sabato 28 Novembre 2015
dalle h 17.45 alle h 23.00

Grugliasco, via La Salle 4 - sede ANPI 2° piano


• h 17.45: incontro e dibattito con Comitato Solidarietà Rifugiati e Migranti di Torino e restituzione della Sezione riguardo l’esperienza al presidio No Borders di Ventimiglia ad agosto
• h 19.45/20.00: cena (a breve i dettagli!)
• h 21.00: concerto acustico de Le Stelle Rosse e dei ResiDuo fisso X.0


Il 13 agosto siamo stati al presidio “No Borders” presso la frontiera bassa tra Italia e Francia a Ventimiglia. Abbiamo portato cibo, abiti, beni di prima necessità a chi da giugno resisteva al grido di “we are not going back” alle assurde politiche europee che hanno portato alla chiusura di una frontiera che di fatto da anni non esisteva più e alla sostanziale riduzione a merce dell’essere umano, merce da bloccare e respingere a proprio piacimento.
Non crediamo nell’assistenzialismo. Abbiamo portato un piccolo contributo in solidarietà ad una realtà di lotta spontanea, autogestita e soprattutto determinata. Abbiamo accolto con rabbia ma purtroppo senza stupore la notizia dello sgombero del presidio a settembre.

In questo periodo storico contrassegnato dalla paura del diverso, alimentato tra le altre cose da un continuo bombardamento mediatico, crediamo fortemente nell’importanza della discussione e del confronto per guardare oltre il muro del pregiudizio: i confini non sono solo quelli materiali e geografici, ma soprattutto quelli nella mentalità di chi riconosce nel migrante e nel diverso nel senso più ampio del termine una minaccia.

Ripudiamo il razzismo e la (anti)politica di chi incita all’odio parlando di sicurezza, invasione, degrado: sappiamo bene che l’unico vero degrado c’è quando viene calpestata la dignità umana, che non ha lingua, frontiere o colore della pelle.
Disprezziamo profondamente chi specula e lucra sulle vite dei migranti (come dimostrato dall’inchiesta Mafia Capitale) e i governi guerrafondai che con le nostre tasse esportano bombe e distruzione salvo poi chiamarle “democrazia”.


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venerdì 13 novembre 2015

L'ANPI non è un partito: se ne facciano tutti una ragione





Grugliasco, 13 novembre 2015

L'ANPI non è un partito: se ne facciano tutti una ragione

Apprendiamo dal quotidiano La Stampa di giovedì 12 novembre 2015 a pagina 43 che nuovamente siamo stati oggetto di attacco politico-mediatico, questa volta unitamente ad altre Sezioni ANPI (Nizza-Lingotto, Bussoleno e 5° Circoscrizione), definite "imbarazzanti" perché "non rispecchiano più i valori per cui hanno lottato i Partigiani" e che "avallano la violenza NO TAV contro le forze dell'ordine", una vera e propria "deriva" in corso ormai da anni e portata avanti in particolare "dalle Sezioni guidate dai giovani".
A questo articolo è seguita la smentita del Presidente Provinciale Ezio Montalenti che in una nota specifica che tali accuse sono state portate esclusivamente a titolo personale, non a nome dell’associazione: “il Presidente condanna l'operato di quanti hanno rilasciato liberamente informazioni tendenziose”.
Persiste all'interno dell'Associazione un diffuso e pesante clima di mistificazione della realtà, che viene costruita artificiosamente in base a precisi interessi funzionali al consenso del partito dominante: di temi scomodi o non graditi al partito, nell'ANPI non se ne può parlare, ponendo divieti e trasferendo sul piano regolamentare l’espressione del dissenso e il dibattito politico, anche conflittuale. Quando se ne parla non si può poi agire concretamente, perché ci si limita a vuote enunciazioni di principio, intrise di retorica, lontane dalla realtà quotidiana, fatta di precarietà, sfruttamento e disgregazione sociale, che le persone vivono sulla propria pelle.
Abbiamo segnalato pubblicamente più volte, nel corso degli anni, la deriva autoritaria dell’ANPI tentata da coloro che strumentalizzano l’Associazione per portarla all'attendismo, all'immobilismo e al servile obiettivo di consenso, considerandola un serbatoio di voti per il proprio partito: noi rifiutiamo queste pratiche e ne abbiamo sempre preso le distanze.
C'è chi vorrebbe fare dell'ANPI un “museo”, ovvero un'associazione statica che si limita a portare fiori alle lapidi e a fare belle le istituzioni il 25 aprile con una ventata di gioventù. Insomma, un'ANPI priva di un'anima politica e di una coscienza propria, relegata a semplice macchina commemorativa.
A Grugliasco abbiamo affrontato e allontanato questo pericolo.
La nostra attività è coerente e in linea con quanto enunciato nel documento politico, approvato all’unanimità dal 15° Congresso provinciale ANPI di Torino del 2011:
"l’ANPI ritiene di dovere affermare che gli investimenti pubblici debbano essere realizzati con il reale coinvolgimento delle popolazioni e delle Istituzioni locali in un confronto dialettico che percorra ed esamini tutte le possibili opzioni, nel rispetto dell’art. 41 della Costituzione che ricorda come la libera iniziativa privata non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo di recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana." Recentemente questa posizione è stata sostenuta anche nella sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli.
Rivendichiamo con fermezza e determinazione la continuità tra i valori della Resistenza al nazifascismo, che ha portato alla conquista della Costituzione e alla democrazia, con le lotte attualmente in corso per la difesa e l’estensione dei diritti sui temi del lavoro, della scuola, della sanità, della cultura, dell’ambiente, della pratica della democrazia e della sovranità popolare; contestualmente rivendichiamo la mobilitazione permanente dell’ANPI in queste lotte con il nostro ruolo e la nostra specificità.
L’ANPI deve diventare sempre di più un’associazione presente nelle lotte sociali per i diritti di oggi, per il concreto raggiungimento di una società in cui siano attuati, non solo enunciati, i diritti sanciti dalla Costituzione.
Non accetteremo censure o divieti solo perché qualche dirigente, legato al partito, considera la nostra azione fastidiosa e vuole costringerci al silenzio, su mandato del partito.
Appare ormai chiaro che esistono diversi modi di vivere e interpretare l'ANPI, sarebbe interessante finalmente aprire un dibattito serio e documentato sull'impetuoso rinnovamento che sta vivendo la nostra Associazione, accettandolo quale evento presente: noi siamo il presente, non solo il futuro, e come sempre siamo aperti al confronto.

Il Comitato di Sezione ANPI "68 Martiri" Grugliasco

giovedì 5 novembre 2015

Messaggio ANPI per il Tribunale Permanente dei Popoli





Torino, Val Susa, 5 novembre 2015


"Vivo, sono Partigiano, perciò odio chi non parteggia. Odio gli indifferenti."
Antonio Gramsci, 1917


Noi Partigiani e Antifascisti delle Sezioni ANPI di Grugliasco, Bussoleno-Foresto-Chianocco, Condove, V Circoscrizione di Torino, Nizza Lingotto di Torino, Sant'Ambrogio di Torino abbiamo appreso che il Tribunale dei Popoli, organismo internazionale erede del Tribunale Russel, sarà ospite per la seconda volta a Torino tra il 5 e l'8 novembre, per una grande iniziativa riguardante i diritti e la libertà, di ispirazione diretta agli alti valori espressi nella Costituzione antifascista, nata dalla Resistenza.

Da tempo anche noi dell'ANPI denunciamo la violazione dei diritti fondamentali e la sospensione della democrazia in Val di Susa: la sostituzione del confronto con la repressione, l’esclusione dei cittadini e delle istituzioni locali dai processi decisionali, la partecipazione popolare negata, la militarizzazione del territorio e la criminalizzazione del dissenso sono fatti che ci preoccupano sempre di più, unitamente alla devastazione del paesaggio e delle nostre montagne che tanto hanno dato alla causa della Resistenza partigiana.

Consideriamo la Vostra iniziativa importante e autorevole, meritoria di profonda attenzione anche da parte nostra, per aggiornarci e comprendere meglio l'attuale stato delle pratiche di democrazia e di violazione dei diritti da parte delle istituzioni.

Giungano al Tribunale dei Popoli, agli organizzatori e ai partecipanti i nostri più calorosi e fraterni saluti antifascisti.


 Firmato Sezioni ANPI:
- Grugliasco
- Bussoleno-Foresto-Chianocco
- Condove
- V Circoscrizione di Torino
- Nizza Lingotto di Torino
- Sant'Ambrogio di Torino
- Nichelino

mercoledì 4 novembre 2015

4 novembre 2015: per la pace, contro la retorica nazionalista e la propaganda di guerra





L'ANPI per il 4 novembre 2015: per la Pace
contro la retorica nazionalista e la propaganda di guerra


"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
[Art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza]

“Bartolomeo Vanzetti è in piedi su un podio, e arringa la folla. Grida e slogan contro la guerra. Due attivisti srotolano davanti al podio uno striscione rosso con la scritta “PEACE! NO WAR!”
La politica coercitiva per il dominio finanziario del mondo, si sta identificando in questi ultimi mesi con una politica bellicistica tesa a trascinare questo Paese in Europa, dove è in corso la più feroce guerra che la storia ricordi.
Il Presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che con questo atto si vuole esportare la democrazia americana nel mondo.
But what democracy, comrades? Quale democrazia?
Quella di Lincoln, che ancora viveva il sogno della rivoluzione, ed aveva perciò degli ideali?! O quella di oggi, che si fonda sulla forza e sulla brutalità, e che è espressione dei politicanti al soldo dei grandi interessi economici?!
This is not the truth, comrades! E noi anarchici, da anni, lo stiamo predicando: questa guerra, come la maggior parte delle guerre, è in realtà l’ennesimo conflitto tra le grandi potenze capitalistiche del mondo… Un conflitto che, come sempre, viene pagato con il sacrificio ed il sangue del proletariato.
Oggi il governo americano ci chiede di indossare la divisa e di partecipare alla guerra d’Europa nell’esercito di questo Paese, che molti di noi hanno scelto come seconda Patria.
Comrades! I love this country and its people!... Ma questo non vuol dire che io riconosca al governo americano, come non riconosco a nessun altro governo del mondo, il diritto di esigere, ad esclusivo interesse del capitale, la vita degli operai, dei manovali, dei braccianti, dei senza lavoro, che già sono le prime vittime del capitale.
E se questi governi, qui come altrove, ci chiamano alle armi, noi, in virtù della nostra coscienza libertaria e pacifista, rispondiamo NO! We say no to enrolment! We say no arms! We say no war!”
[I Vanzetti, estratto dal copione dello spettacolo teatrale del 16° quaderno del Gruppo Teatro Angrogna]
 


Stralci dell'Intervento del 
Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” di Grugliasco
all’iniziativa “ARTICOLO 11: GRUGLIASCO RIPUDIA LA GUERRA!” 
svolta il 4 novembre 2012 a Grugliasco 
in collaborazione con Emergency - Gruppo Territoriale di Torino

Il Partigiano Armando “Armando” Valpreda, morto nel 2001 e già Presidente del nostro Comitato di Sezione, rimane un esempio positivo e lungimirante per tutti noi. Una delle sue ultime richieste era stata quella di non volere fiori al suo funerale, ma piuttosto invitava a donare offerte a Emergency, per i suoi progetti e il suo aiuto concreto ai bambini mutilati dalle mine antiuomo e dai bombardamenti NATO, a significare che la nostra opera e la nostra lotta antifascista devono rivolgersi ai vivi, al presente e al futuro. Non significa dimenticare i morti, significa fare in modo che i vivi conoscano la storia a partire dalla pratica concreta e attiva della democrazia, dalla comprensione dei processi, dei meccanismi, delle dinamiche e del contesto che hanno generato la guerra, la dittatura, la fame, il fascismo e il nazismo, perché solo così la nostra società potrà sviluppare gli anticorpi al fascismo sotto qualunque forma si presenti: dobbiamo puntare armi caricate a coscienza e diritti anziché erigere statiche muraglie difensive che il tempo presto o tardi corroderà.



Viviamo ormai da tempo in un presente di sistematica demolizione della Costituzione antifascista e di tutti i diritti civili e sociali conquistati con dure lotte nel corso di tre generazioni, in settant’anni di Repubblica: lavoro, scuola, sanità, cultura, diritti. L’attuale classe dirigente – composta da persone corrotte, egoiste, violente, moralmente ed eticamente degenerate –, non solo in ambito politico, sta volontariamente e progressivamente cancellando la democrazia, svuotando la Costituzione di ogni significato e spezzando le radici con la Resistenza.



Il campo di battaglia dell’ANPI consiste oggi nella riappropriazione della sovranità popolare, attraverso la preparazione di buoni cittadini e militanti consapevoli in grado di essere un esempio per le nuove generazioni e di rendere l’ANPI un punto di riferimento saldo e coerente: risvegliare le coscienze e movimentare l’azione dei cittadini, con la formazione permanente alla pratica della democrazia e a vigilanza antifascista sul territorio. Contestualmente, l’attività dell’ANPI deve essere volta a distinguere, riconoscere e smascherare coloro che incarnano, sotto nuove e affascinanti forme, sia le idee e le forme tradizionali del fascismo, e sia le pratiche violente, autoritarie e reazionarie portate avanti da forze politiche eversive generalmente definite democratiche e quindi anche istituzionalmente legittimate.



La società attuale è fondata sulla rottura dei rapporti sociali e delle relazioni tra cittadini a livello locale, fenomeno essenziale e preparatorio per portare avanti la guerra permanente – cioè infinita – a livello globale: il conflitto tra classi sociali attualmente in corso in Italia rispecchia quanto accade nel mondo e riguarda il diritto, la partecipazione, la democrazia, la giustizia, la pace, la civiltà, da una parte, e la prevaricazione, il privilegio, la corruzione, la violenza, la guerra, la barbarie, dall’altra.



Nella rivolta dell’oppresso contro l’oppressore, nel riscatto dei deboli e dei poveri contro chi produce debolezza e povertà, noi ritroviamo noi stessi e il nostro agire comune oggi: l’esempio ribelle dei Partigiani è sempre attuale.



L’ANPI deve contribuire a sviluppare gli strumenti efficaci affinché prevalga la civiltà sulla barbarie, il diritto sulla guerra. L’ANPI deve diventare sempre di più un’associazione presente nelle lotte di oggi.


APPELLO DI EMERGENCY: IL MONDO CHE VOGLIAMO


Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica.

Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati.

Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse.

Vogliamo un mondo in cui i governi garantiscano l'eguaglianza di base di tutti i membri della società, il diritto a cure mediche di elevata qualità e gratuite, il diritto a una istruzione pubblica che sviluppi la persona umana e ne arricchisca le conoscenze, il diritto a una libera informazione.

Nel nostro Paese assistiamo invece, da molti anni, alla progressiva e sistematica demolizione di ogni principio di convivenza civile. Una gravissima deriva di barbarie è davanti ai nostri occhi.

In nome delle "alleanze internazionali", la classe politica italiana ha scelto la guerra e l'aggressione di altri Paesi.
In nome della "libertà", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro i propri cittadini costruendo un sistema di privilegi, basato sull'esclusione e sulla discriminazione, un sistema di arrogante prevaricazione, di ordinaria corruzione.
In nome della "sicurezza", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro chi è venuto in Italia per sopravvivere, incitando all'odio e al razzismo.

È questa una democrazia? Solo perché include tecniche elettorali di rappresentatività? Basta che in un Paese si voti perché lo si possa definire "democratico"?

Noi consideriamo democratico un sistema politico che lavori per il bene comune privilegiando nel proprio agire i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi sociali più deboli, per migliorarne le condizioni di vita, perché si possa essere una società di cittadini.

È questo il mondo che vogliamo.

Per noi, per tutti noi.

Un mondo di eguaglianza.

EMERGENCY